mercoledì 6 giugno 2007

HIGHLIGHTS/15 giugno 2005



REFERENDUM 12-13 GIUGNO


Il referendum si è concluso con una debacle.
il 25% di votanti per una consultazione che vedeva nei comitati per il sì riunita più o meno tutta la sinistra e gran parte del mondo accademico e scientifico. Meno votanti che per il referendum sull'art. 18, che però aveva visto protagonisti in pratica solo un partito del 5/6% (rifondazione) e pezzi di sindacato. alcune considerazioni:

1) la Chiesa Cattolica ha contribuito a far fallire il referendum grazie a un attivismo che per certi versi non ha risparmiato (se mai è stato risparmiato nei grandi crocevia politici e storici della nostra storia) di fare propaganda non solo dai pulpiti, ma anche sfruttando le chiese come spazi affissioni. Paradigmatico il caso di Ponte della Pietra, dove un cartellone 140x100 del comitato per l'astensione campeggiava sul muro della chiesa sul lato del fronte stradale. Avete capito che intendono i preti quando dicono che la politica deve stare fuori dalla chiesa? adesso io sì.

2) L'estrema complessità dei quesiti referendari.
E' stato chiamato il popolo a esprimersi su temi così articolati e che comunque, checchè se ne dica, implicano una volontà di approfondimento che manca alla maggior parte delle persone. E anche ammesso il caso che si fosse approfondito, molto spesso i dubbi su alcuni quesiti, così come erano formulati, restavano tutti se non aumentavano. Nella maggior parte dei casi di amici e conoscenti che ho interpellato, i dubbi erano dissipati unicamente da un'azione per contrarietà al terrorismo cattolicista fatto per propaganda in questi giorni.

3) secondo indagini sociologiche recenti fatte sul linguaggio e i termini usati dai telegiornali, oltre il 70% degli italiani che guardano i tg IGNORANO il significato del termine laico.
Da una parte è grave perché fa da cartina tornasole per il grado di coscienza civica e di separazione morale/diritto di quiesto nostro Belpaese, dall'altro salta subito all'occhio come impostare tra le ragioni forti per votare sì quella di difendere la Laicità dello stato sia stato quanto meno miope da parte del comitato promotore. In altri (da me rimpianti :() tempi lanciare un referendum senza poter contare su basi di consenso ai temi proposti ampio si sarebbe chiamato "fuga in avanti".
Gli italiani non sanno cosa sia la laicità, ma si fanno i referendum per difendere la laicità...

4) Con un precariato che ingabbia i giovani "da riproduzione" alla ricerca di una stabilità lavorativa ancora alla soglia dei 40 anni, progettare di fare un figlio anche con la fecondazione "tradizionale" appare un miraggio. Anche grazie alla sinistra. Figuriamoci la vicinanza di intraprendere una battaglia per tutelare i diritti di una minoranza (per quanto so benissimo che le pieghe che il referendum implicava erano molto più "universali").
Quindi lontananza dai temi proposti, e nella nostra gente, anche incazzatura perché con tutti i problemi concreti per mettere insieme pranzo e cena, la sinistra si riesce a aconcentrare solo su grandi battaglie di principio, senza pensare a risolvere i tanti drammi concreti di ujn paese economicamente più in là dell'orlo del baratro.
Marx: "prima mangiare, poi pensare".

5) Il fallimento del quorum lascia aperta la questione.
Perché se è vero che il segnale politico è chiaro, "gli italiani se ne fottono e PRETENDONO che gli eletti che si suppone abbiano migliori strumenti per valutare li rappresentino e medino la loro volontà in scelte tanto complicate", è anche vero che non c'è stato un NO chiaro e tondo su una legge che in molti punti e come impianto complessivo continua nella inesorabile strada dell'oblio oscurantista.

6) La chiesa cattolica ha scelto di non votare contando su un trend generale e storicizzato da una decina d'anni a questa parte, per contare comunque su quel 25/30% in più di gente che in nessun caso sarebbe andata alle urne. Ha parassitato per i suoi scopi un astensionismo nè consapevole nè politico. Ma questo è accaduto per l'impossibilità di vincere il referendum con un No netto. Due minoranze si sono scontrate, a mio parere. Il grosso degli italiani sulla questione non è stata in grado di prendere una decisione. O non ha voluto. Da qui le considerazioni del punto 5.
Ha "vinto" la minoranza, guidata dal Vaticano, che ha saputo mettere più dubbio, non chi ha espresso con chiarezza e convinto con il suo pensiero. E questo è grave a mio parere per un'istituzione che si vuole e che si richiama fin dal nome all'universalità del suo messaggio e si pone come Maestra.
Più che interessi della Chiesa, biechi interessi di bottega.

7) Sono piuttosto stufo del moralismo degli ex comunisti ora diessini e delle loro tronfie parole quando vogliono inchiodare a una supposta Morale i loro contraddittori.
Le parole di quel fesso di Fassino contro l'astensione ("votare una responsabilità civile") mi paiono prese dallo stesso impianto concettuale di un Ratzinger qualunque. Senza contare che poi sono i primi a ricorrere a quelle che quando gli conviene chiamano "vili scappatoie".
Remember art. 18?

8) lo strumento referendario ha perso di valore, ucciso dall'iper attivismo idiota di un Pannella in preda a delirium demens, al plebiscitarismo indotto dalle tv asservite ai voleri non solo di berlusconi ma di quella che un tempo veniva chiamata "razza padrona", che decide, senza nessun imbarazzo, come orientare l'opinione pubblica.
Fortunatamente, conoscendo a fondo il pecoronismo dell'italiano facile alla deriva plebiscitaria, i nostri Padri (e uso la maiuscola apposta) Costituenti hanno ritenuto opportuno limitare questo strumento di democrazia diretta al solo aspetto abrogativo. Impedendo di fatto agli italiani di farsi troppi danni da soli. Vi ricordate l'univocità dell'informazione e l'ubriacatura unanimista nel 93 ai tempi dei referendum sul maggioritario? Vi immaginate cosa potrebbe succedere se avessimo il referendum propositivo?
Terza legge del creativo: Non trattate mai il pubblico come un idiota.
Ma non scordatevi mai che lo è.

9) il fatto che un referendum come quello sull'art. 18 che ripeto vedeva protagonisti solo una forza politica del 5% e pezzi sparsi di sindacato, che aveva l'anatema di TUTTO il mondo politico, l'oscuramento tacito di TUTTI i mezzi d'informazione ( e adesso scoprite che l'informazione è manipolata, cari compagni diessini?) abbia portato al voto un buon 10% in più di gente che questo referendum che vedeva invece insieme ds sdi prc verdi mondo accademico, mondo scientifico associazioni ecc e le loro organizzazioni, dovrebbe fare ragionare i segretari dei partiti dell'Unione su quali siano i temi che stanno a cuore alla gente e su cui costruire un progetto per un futuro di governo e cambiamento a lunga durata. Ma siccome penso che nella migliore delle ipotesi sono inadeguati e nella più verosimile sono asserviti agli interessi delle classi dominanti temo che si continuerà a parlare ancora di gameti e embrioni, dividersi se quella è vita o no, e si dimenticherà la vita quella vera di chi è in difficoltà a pensare di potersi mai fare un futuro.

10) L'avvallamento, quasi il beneplacito nei toni sussiegosi, della posizione astensionista da parte dei vertici istituzionali di camera e senato è una cosa avvilente, questa sì per il dibattito politico.
E dimostra una volta di più che siamo in uno stato di nani opportunisti sempre pronti a saltare sul carro del più potente.

11) Stop a slogan come "una battaglia di civiltà". Sono tronfi vuoti e arroganti. Supponenti. Come se fuori dalle nostre opinioni non ci fosse civiltà. Se vogliamo dirci quanto siamo bravi e belli basta uno specchio, non serve un manifesto. Parafrasando uno dei principi del grafico: "Un politico che si rivolge ai politici è come uno che mangia la merda e si dice che in fondo non è male".

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Pap, non condivito al 100% il commento sul referendum, sai bene che per me andrebbe abolito il quorum punto e basta. Sono d'accordo nel limitarlo alla funzione confermativa e abrogativa ma il quorum va olito, è antidemocratico e anacronistico.
Chi non sa scegliere non deve paralizzare la vita del paese e i diritti delle minoranze vanno tutelati in maniera maggiore per l'appunto perchè si tratta di minoranze.
"prima mangiare e poi pensare"? forse, ma se ti accontenti di mangiare non pensi e se non pensi alla fine non mangi più.
Ad ogni modo dato che hai fatto un highlight su questo tema mi sento meno in colpa di pubblicizzare qui ilblog della mia associazione, che di questi temi fa la sua battaglia.
Ciao e stammi bene.
L'Olandese Volante

http://www.civiltalaica.splinder.com/

Personaggio Narrante ha detto...

you're welcome

Anonimo ha detto...

scusate se vado un pò OT rispetto all'argomento "quorum sì, quorum no".
di questa legge, ai nostri rappresentanti, non è ne è mai fregato un cazzo.
è servita x tanti scopi, x leccare il culo alla chiesa, per avere più voti, come merce di scambio x l'approvazione di altre leggi (l'ho letto recentemente in una intervista alla Mussolini, che è fascista sì, ma come donna ritiene vergognosa questa legge ed ha rilvelato dei retroscena disgustosi), ma nessuno, e dico nessuno, ha avuto come intenzione l'aiutare chi ha a che fare con questi problemi, di cui, alla maggioranza (e non solo del parlamento) non frega un cazzo.

Anonimo ha detto...

dimenticavo...grazie Olanda x il link, leggerò volentieri.